Il Museo Civico Floriano Bodini e la mostra di Samuele ARCANGIOLI

Il Museo Civico Floriano Bodini è stato realizzato nel centro storico di Gemonio, in provincia di Varese, in una cascina rurale settecentesca con la tipica corte lombarda, appositamente restaurata nel duplice scopo di conservare la struttura originaria e di allestire gli spazi espositivi. Cortile, porticato, fienile e stalla sono ancora riconoscibili nelle rispettive antiche funzioni.

Si varca il portone e si entra in un’altra dimensione.

 

Floriano Bodini

Bodini è nato a Gemonio l’8 gennaio del 1933. A due anni si trasferisce a Milano con la famiglia con cui tornerà nuovamente in Valcuvia, ad Azzio, dal 1942 al 1946 a causa della guerra. Bodini viene ammesso alla prestigiosa Accademia di Belle Arti di Brera. Nella metà degli anni ´50, con Guerreschi, Vaglieri, Romagnoni, Ceretti, Ferroni e Banchieri, fa parte del gruppo milanese definito Realismo Esistenziale. Si afferma nello scenario artistico internazionale sia per le opere di natura grafica, sia per quelle scultoree. Docente di scultura alle Accademie di Brera e Carrara, successivamente assume la Cattedra di scultura al Politecnico di Architettura di Darmstadt, dal 1987 al 1988. Muore a Milano il 2 Luglio 2005. La provincia di Varese vanta un ricchissimo patrimonio di opere di Bodini, sia per il forte legame che univa l’artista ai suoi luoghi d’origine, sia perché i suoi raffinati lavori furono spesso richiesti per celebrare importanti eventi del territorio varesino.

 

Il Museo

Inaugurato nel 1998, il Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio ospita la vasta collezione donata dall’artista al Comune della sua città natale. Le opere di Bodini, che coprono l´intero arco della sua attività artistica, è costituito da gessi, bronzi, terrecotte, marmi e da numerosi pezzi rappresentativi della sua produzione medaglistica e grafica. La disposizione delle opere è concepita in modo tale da risultare accattivante per il visitatore, che può girare liberamente attraverso le sale, il giardino e i ballatoi della corte. Il Museo vanta un´ampia collezione permanente di opere scultoree, da Leonardo Bistolfi a Medardo Rosso, da Arturo Martini a Giacomo Manzù, da Giuseppe Grandi a Lucio Fontana e da Francesco Messina ad Augusto Perez.

 

La visita

Varcato il portone sulla sinistra si trova il blocco un tempo adibito a residenza e oggi destinato a biglietteria e al bookshop. Qui ad accogliere me e Brigitte c’è il direttore del museo Lara Treppiede e l’artista Samuele Arcangioli che ci portano alla scoperta di questo gioiello varesino, raccontandone le opere, gli aneddoti, i particolari e la vista d’insieme.

Una visita a due voci, tra la vita e l’arte di Bodini, l’esperienza di Samuele all’interno del museo dal quale nasce la sua mostra e il nostro stupore e la sete di apprendere di più su questo piccolo scrigno del tesoro.

Con disponibilità, professionalità e simpatia ci hanno guidato attraverso le sale del labirintico museo dedicato allo scultore, incisore e medaglista. Dalla gipsoteca alla biblioteca con oltre 5 mila volumi, dal corridoio delle teste al giardino da lettura, un angolo incantevole con un bellissimo panorama sulle montagne.

Gli ambienti sono luminosi ed è bello come pietra e legno si fondano con materiali più moderni e lineari, accompagnando il visitatore per le varie sale in un contesto molto suggestivo.

Il cortile è il centro ideale del Museo: qui è collocato il Lamento sull’Ucciso, opera in bronzo del 1961, esposta alla 31* Biennale di Venezia del 1962. Questa scultura alquanto drammatica e potente, è visibile da ogni punto della struttura quasi fosse un punto di riferimento per i visitatori e forse per lo scultore stesso. O una meridiana testimone del tempo che passa. Noi lo osserviamo da più angolazioni: dall’alto, da vicino, dall’entrata. Quella mano alzata cattura lo sguardo, è come sentire un richiamo, da qualsiasi punto ci si trovi lei è lì, la percepisci.

Poco lontano dalla scultura si trova l’albero di cachi, che Bodini ha voluto assolutamente preservare in accordo con gli amici architetti, e che rimanda alle radici rurali e allo stretto rapporto con il territorio.

Bodini, che partecipò come unico straniero al concorso per il progetto del Monumento ai sette di Gottinga del 1998, vinse e realizzò una delle sue opere più importanti. Nel grande complesso bronzeo posto nella Piazza del Parlamento di Hannover in Germania scelse di ritrarre i personaggi di questa vicenda con le sembianze di suoi contemporanei e amici. Il gesso è ancora conservato qui e fa parte della collezione permanente del museo.

Bellissimo anche il gesso del Monumento al Cavatore, opera in marmo del 1995 che svetta a Carrara ai piedi delle cave delle Alpi Apuane.

Ci sono anche un paio di ritratti scultorei davvero particolari per dettagli e ciò che mostrano, uno del fratello e uno del padre direi quasi inquietante.

 

La mostra di Samuele Arcangioli – A mano | a mano

Samuele è una persona incontenibile per il suo amore per l’arte e per quello che riesce a catturare e a trasmettere. La sua mostra secondo me non la puoi definire o “ingabbiare” è qualcosa di pazzesco che va visto e vissuto.

Il suo progetto artistico, a cura di Lara Treppiede con testi di Sara Bodini e Luca Pietro Nicoletti, nasce da un esperimento provato in prima persona. Infatti, nell’estate del 2018 l’artista ha vissuto all’interno del Museo per cinque giorni interi, notti comprese. Un’esperienza unica dalla quale non sapeva ancora quello che ne sarebbe venuto fuori, lui osservava gli ambienti in istanti differenti della giornata, il continuo alternarsi di luci e ombre sulle opere d’arte, osservava le sculture anche con il tatto, si avvicina agli oggetti. Fino a che viene attratto dalla scultura al centro del cortile Il lamento sull’ucciso, da quella mano che urla verso l’alto.

Da qui l’idea e il suo omaggio a Bodini e alla sua scultura. Samuele mette in gioco se stesso e la sua pittura concentrandosi proprio su questo dettaglio: la mano.

Mani che si moltiplicano, si ricreano, si ripetono sempre differenti. Queste stesse mani sono esposte nella sala al piano superiore del museo, in cui letteralmente si è avvolti da disegni di mani appesi a fili invisibili, vi assicuro un momento surreale *_*

Ai piedi dell’opera modello invece vengono collocate a raggiera le riproduzioni di una mano come fosse un’esplosione di forte impatto che riconduce sempre e comunque alla scultura di Bodini. Una forza primordiale che Samuele evoca in maniera umana, semplice e allo stesso tempo raffinata.

Il percorso espositivo comprende inoltre le fotografie dell’artista al lavoro al museo, realizzate da Gianmarco Taietti, che è riuscito a entrare nella dimensione di Samuele e a catturarla in scatti che parlano,  e una selezione di scatti storici d’archivio, che ritraggono la scultura Il lamento sull’ucciso e Floriano Bodini. Una sala è dedicata a dipinti molto intensi realizzati da Samuele.

 

Da cosa nasce la scelta del Museo Civico Floriano Bodini?

“Dal desiderio e dall’esigenza di trasformare in esperienza viva le immagini di un sogno. Nel tempo si attenuò per poi esplodere letteralmente quando mi ritrovai al museo in occasione di una mostra. Fu un vero e proprio richiamo verso qualcosa presente dentro di me che doveva essere estrapolato in quel momento preciso. L’importanza dei Maestri, così considero Floriano Bodini, è grande anche in questo lavoro, in questo sentirmi calamitato dalle sue opere e dal suo museo per vivere un’ulteriore conoscenza personale”

Dall’intervista di Lara Treppiede a Samuele Arcangioli presente nello stupendo catalogo dedicato alla mostra, dove c’è anche un testo di Sara Bodini, figlia di Floriano.

 

Un grande grazie a Lara e a Samuele per la loro disponibilità nel portarci per mano alla scoperta di questo sorprendente e meraviglioso museo del nostro territorio e per la loro infinita passione per ciò che fanno!

 

 

Info pratiche

Dove: Via Marsala 11, Gemonio (Va)

Come arrivare: in auto prendere l’autostrada Varese-laghi in direzione Varese, uscita Azzate Buguggiate e seguire indicazioni per Gemonio; in treno, con Trenord si arriva alla fermata della stazione di Gemonio

Orari: sabato e domenica 10:30-12:30 / 15-18

Ingresso: 3 € ridotto / 5 € intero. Visite guidate anche nei giorni feriali su prenotazione, per maggiori info consultare il sito del museo.

E’ possibile ammirare la mostra A mano | a mano di Samuele Arcangioli fino al 4 agosto

 

Nb La foto di copertina è di Gianmarco Taietti così come i due scatti in bianco e nero che ritraggono l’artista al lavoro all’interno del museo