Libro di viaggio: “Sette giorni a Dakar. Viaggio in Senegal”

Questo è uno di quei libri che mi è capitato di trovare per caso e mi ha subito incuriosito, un po’ perché il Senegal è un paese che mi affascina da molto, un po’ perché in Africa ci ho lasciato un grande pezzetto di cuore  ♥️

 

Sette giorni a Dakar. Viaggio in Senegal” è il reportage di un viaggio in Senegal, attraverso parole ed immagini, redatto da Massimo Giannini, che ne ha curato i testi, e Luca Macchiavelli che invece ne ha curato le fotografie.

I due si conoscono a Milano in occasione di una festa senegalese e vengono entrambi ingaggiati dal comune editore per recarsi in Senegal allo scopo di documentare il Tabaski, la più importante festa musulmana.

I due reporter intraprendono così un viaggio di sette giorni attraverso le sterrate e polverose strade del Senegal, un paese pregno di tradizioni e contrasti infiniti.

Nelle pagine del libro si alternano bellissime scatti in bianco e nero e scorrono le descrizioni della capitale Dakar che cerca smodatamente di trovare la sua modernizzazione nei numerosi grattacieli, ma che invece ritrova il suo vero spirito nei mercati colorati e caotici che si sviluppano lungo le strade, anche quelle principali che dovrebbero essere dedicate al solo traffico automobilistico. Le parole del reporter, così come le immagini, ben rappresentano il caos ma anche la tranquillità che attraversa questo paese e il suo popolo, in una dolce e continua contraddizione.

La cronaca del viaggio, fra numerosi inconvenienti tecnici, fa emergere il senso di precarietà che regna in questo paese, in contrasto con lo spirito occidentale che tende a tenere tutto sotto controllo “Nessuna programmazione europea può avere la meglio sullo spirito senegalese”.

E poi il paesaggio cambia: l’urbanizzazione lascia spazio a distese più selvagge con numerosi baobab a delimitare i campi insieme a pneumatici semi-interrati. Il lago rosa con le vacche che brucano l’erba ai suoi margini.I villaggi sono tutti così uguali ma diversi a seconda della gente che si incontra sulla strada in quel momento. Sgarruppati, isolati, come macchie “sull’autoroute” che li attraversa

Particolarmente interessante è l’episodio dell’incontro con un Marabout che preparerà un Gris Gris, un amuleto protettivo, per Massimo ferito dalle pericolose spine di un cactus. L’iniziale diffidenza, tipicamente occidentale, lascia spazio alla fiducia e all’accoglienza di una pratica sicuramente distante dai nostri standard curativi, ma che alla fine si rivelerà decisamente efficace.

 

Ciò che i due reporter apprezzeranno maggiormente del popolo senegalese è quella attitudine all’accoglienza, alla condivisione che gli è propria “In Senegal il concetto di famiglia è stato allargato, col cosiddetto cousinage, non solo ai parenti di tutti i gradi, ma anche agli amici, ai vicini, in definitiva al villaggio. È veramente difficile rimanere soli in Africa”.

 

Un racconto breve, scritto con molta ironia, che accompagna in un piccolo ma intenso viaggio in Senegal, tra scorci di vita quotidiana africana, venerate e ancestrali tradizioni e scatti stupendi.

 

 

 

Le immagini sono tratte dal libro e sono di Luca Macchiavelli.