ROUTE 66: 10 CURIOSITA’ +1 sulla strada più famosa d’AMERICA

La Main Street of America.

Un mito della cultura a stelle e strisce.

Un viaggio nel tempo.

La Route 66 è più di una strada, è sinonimo di magia, di nostalgia, di atmosfere vintage, di paesaggi mozzafiato.

Un vero concentrato di storie, leggende, set cinematografici, miti, tradizioni e culture che si susseguono lungo un nastro d’asfalto con rughe e crepe che attraversa otto stati Americani dall’Illinois alla California.

La Route 66 è un insieme di emozioni. La Route 66 è passione, sogno, speranza, tenacia, ottimismo. La Route 66 è il sorriso della gente che non ha mai mollato e ha reso questa strada quello che è oggi: leggenda.

La sua fama e il suo mito sono rimasti talmente forti nel tempo da averla trasformata in un museo all’aria aperta *_*

La Route 66 è tutto questo e ancora di più!♥️

 

10 Curiosità +1 sulla ROUTE 66

Di curiosità ce ne sono tante sulla strada più famosa d’America, io ne ho scelte alcune di quelle che mi sono piaciute e sembrate più particolari e interessanti 🙂

 

1 La Route 66 non è sempre stata la 66

Infatti il numero originale era 60!

“Route 60” era il nome scelto da Cyrus Avery, progettista dell’autostrada, per le 2.448 miglia di strada tra l’Illinois e la California. Ma i funzionari del Kentucky volevano quel nome per un’altra strada. Ne seguì una battaglia lunga circa un anno e il governo del Kentucky vinse.

Avery, che intanto aveva già iniziato a produrre cartelli per la Route 60, dovette quindi rinominare la “sua” strada.

Come si dice, non tutto il male vien per nuocere, e Route 66 suona molto meglio no? 😉

 

2 È un’icona della cultura pop

La Route 66 è sempre stata celebratissima da musica, letteratura e cinema

Nel 1946, il compositore jazz e pianista Bobby Troup scrisse la sua famosa Get Your Kicks On Route 66, dopo aver percorso di persona la highway per andare in California. Mostrò la canzone a Nat King Cole che la fece diventare uno dei più grandi singoli della sua carriera. La canzone più tardi divenne un pezzo del repertorio di Chuck Berry e fu incisa da molti altri artisti, inclusi i Rolling Stones e i Depeche Mode.

Ma ci sono parecchie canzoni simbolo in cui viene nominata come “Running on Empty” di Jackson Browne o “Road to Nowhere” dei Talking Heads.

Per quanto riguarda il cinema, tra i tanti, come dimenticare Blues Brothers, Rain Man e l’indimenticabile Easy rider?

La Strada è stata inclusa anche nel romanzo vincitore del Premio Nobel di John Steinbeck, “Furore” (The Grapes of Wrath) in cui si narra la storia della famiglia Joad che abbandona l’Oklahoma per tentare la fortuna all’Ovest intraprendono a bordo di un autocarro un lungo viaggio lungo la Route 66 verso la California.

La Route 66 appare persino in alcuni videogiochi (Overwatch, Grand Theft Auto V).

 

3 Perchè viene chiamata “Mother Road” (Strada Madre)?

Fu John Steinbeck con il suo romanzo “Furore” (The Grapes of Wrath) ad attribuirgli quel soprannome. La Route 66 durante il Dust Bowl, ovvero le tempeste di sabbia che colpiscono gli Stati Uniti centrali fra il 1931 e il 1939, fu la via di fuga verso la California per tantissime persone che lasciavano la propria terra in cerca di un lavoro e di un futuro migliore. Steinbeck descrisse la Route 66 come “La Strada Madre, la strada della fuga“.

 

4 E’ il set del film di animazione “Cars motori ruggenti”

In tempi recenti, la gloria della Route 66 è stata centrale nella trama del film Disney PixarCars motori ruggenti“. Molti dei personaggi e dei luoghi del film sono direttamente ispirati a luoghi e persone reali della Route 66. I più identificano la cittadina di Radiator Springs con Seligman in Arizona, ma i rimandi al film si possono trovare in diversi luoghi lungo la Mother Road.

 

5 Parte della Route 66 segue il Trail of Tears

Una parte della Route 66, da Rolla a Springfield, Missouri, si sovrappone a una parte del percorso settentrionale del Trail of Tears (Sentiero delle Lacrime) percorso durante giorni e giorni di marcia dagli indiani Cherokee, Choctaw, Creek e Seminole, durante la loro deportazione forzata nel 1838 dalle loro tradizionali terre d’origine negli Appalachi meridionali. Uno dei tanti tristi capitoli che riguarda il popolo dei nativi americani 🙁

 

6 È servito come pista per un’epica gara di resistenza

La fortuna della Route 66 fu costruita e sostenuta da una intelligente azione pubblicitaria organizzata dal comitato promotore presieduto da Cyrus Stevens, un facoltoso uomo d’affari di Tulsa in Oklahoma. Caso veramente unico al mondo, la nuova strada fu lanciata negli anni 20 con tecniche degne di un prodotto commerciale di largo consumo.

Oltre alla creazione del logo, dello sviluppo dello slogan Main Street of America ci fu persino una trovata pubblicitaria sotto forma di una maratona epica soprannominato dalla stampa Bunion Derby.

Infatti, nel 1928, i corridori percorsero tutta la Route 66 come parte di una maratona di 3400 miglia da costa a costa da Los Angeles a New York. Dei 199 uomini che hanno iniziato la gara di 84 giorni, la completarono in 55. Andy Payne, un 20enne Cherokee dell’Oklahoma, ha portato a casa il primo premio di 25.000$

 

7 Il creatore della strada ha voluto che attraversasse la sua città natale

Non ha avuto il numero che aveva programmato, ma Avery è riuscito a mantenere il percorso che voleva per la Route 66.

In un primo momento era stato suggerito che la strada transcontinentale dovesse iniziare in Virginia. Avrebbe poi attraversato Missouri, Kansas, Colorado, Utah e Las Vegas, per finire in California. Ma questo naturalmente avrebbe escluso l’Oklahoma, privando lo stato di origine di Avery di opportunità redditizie per capitalizzare il turismo di passaggio.

Quindi Avery propose un percorso diverso, quello che aveva già pensato e previsto, che sarebbe passato attraverso Tulsa, città in cui viveva con la sua famiglia. Ha venduto la sua idea ai funzionari come un modo per evitare le alture delle Montagne Rocciose, consentendo loro di sfruttare la rotta commerciale consolidata tra St Louis e Chicago.

Funzionò! E Tulsa celebrò l’eredità di Avery alla città ribattezzando il suo Eleventh Street Bridge Cyrus Avery Route 66 Memorial Bridge nel 2004.

 

8 Il suo punto finale ufficiale non è sul molo di Santa Monica

Santa Monica ha due “indicatori” per segnalare la fine di un viaggio sulla Route 66. Sebbene entrambi siano ottimi sfondi per un selfie, nessuno dei due si trova nel punto esatto in cui finisce la Route 66.

Legalmente, un’autostrada statunitense, può finire solo quando un’altra si unisce ad essa. Pertanto, il punto finale ufficiale della US 66 è fra Lincoln e Olympic Boulevard, un incrocio trafficato che è al tempo stesso pericoloso e poco attraente per i turisti che brandiscono la macchina fotografica per immortalare il loro “The End of Trail”.

 

9 La politica potrebbe essere in parte responsabile del taglio di Santa Fe dalla Route 66

La Route 66 è stata riallineata più volte nel corso dei suoi anni di storia, ma le ragioni di ciò non erano sempre il miglioramento dell’efficienza o la sostituzione di sezioni che erano cadute in rovina. In almeno un’occasione, si diceva che la deviazione fosse il risultato di un battibecco politico.

Fino al 1937, la Route 66 attraversava Santa Fe. In quel periodo, il politico americano A. T. Hannett perse la sua battaglia per essere rieletto governatore del New Mexico. Dando la colpa ai politici di Santa Fe, Hannett decise di vendicarsi cambiando il corso della redditizia Route 66 facendola passare attraverso Albuquerque. Il trasferimento ridusse notevolmente i tempi di percorrenza, ma la capitale dello Stato fu di fatto tagliata fuori dalla Mother Road e dal suo giro di affari.

Oggi è ancora possibile guidare sul vecchio tratto della 66, il “Santa Fe Loop”, e soprattutto visitare la meravigliosa Santa Fe!

 

10 E’ l’unica strada al mondo diventata parco nazionale

La Route 66 è in un certo senso rinata e dal 1994 è passata sotto la protezione dell’amministrazione federale dei parchi come ”Monumento Nazionale” per la gioia di chi sa ancora apprezzare lo spirito del viaggiare e dell’atmosfera dei tempi d’oro. E’ l’unica strada al mondo diventata parco nazionale e, con i suoi 3.755 chilometri di percorso attraverso 8 stati e 3 fusi orari, è anche il più lungo mai istituito *_*

 

11 Sapevate che esiste anche la “Mother of the Mother Road”?

Lucille Arthurs nacque il 13 Aprile del 1915 in una famiglia di contadini. Subito dopo il diploma sposò Carl Hamons, un agricoltore dal quale ebbe 3 figli.

Lucille e Carl nel 1941 acquistarono una stazione di servizio nei pressi di Hydro in Oklahoma, la Provine Service Station, alla quale ben presto aggiunsero dei bungalows e cambiarono nome in Hamons’ Court. Lucille fra alti e bassi si è sempre presa cura dei viandanti che passavano da lei, persino di chi non aveva soldi per pagarsi un pasto caldo o un letto.

I viaggiatori della Route 66 adoravano quella piccola costruzione in legno, adoravano Lucille, la sua storia ed il suo altruismo.

Nonostante il declino e le crisi che investirono la strada negli anni, Lucille non lasciò mai la Route 66: fu insignita dell’onoreficenza dell’Oklahoma Route 66 Hall Of Fame, come leggenda di una strada leggendaria.

E’ stata e resterà per sempre la mamma di tutti i viaggiatori della vecchia highway.

 

 

Non solo è il cuore dell’America, ma è anche il simbolo più autentico di una cultura che conserva, nel proprio Dna, l’aspirazione al viaggio… incarna il sogno del viaggio on the road per eccellenza ♥️

Percorrerla, o comunque percorrerne dei tratti, ai nostri giorni non è la stessa cosa certo. Molto è cambiato, ma ancor oggi quel viaggio è una delle mete più ambite dei viaggiatori di mezzo mondo: il suo fascino resta intramontabile.

E le stazioni di servizio, i motel con le insegne vintage, le città fantasma, i paesini rinati, i resti di un passato glorioso disseminato un po’ ovunque lungo la strada, sono lì a confermarcelo. Chilometro dopo chilometro. Emozione dopo emozione ♥️

 

Che mi dite le conoscevate tutte queste curiosità? 🙂

 

 

 

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